Santanchè imputata, Schlein: “Meloni rispetti le istituzioni e la faccia dimettere”. Tutte le opposizioni chiedono un passo indietro
“Ci aspettiamo che la presidente del Consiglio abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Daniela Santanché“. Elly Schlein va all’attacco dopo la notizia della richiesta di rinvio a giudizio emessa dalla Procura di Milano a carico della ministra del Turismo, accusata – insieme al compagno Dimitri Kunz – di truffa aggravata ai danni dell’Inps per aver fatto lavorare 13 dipendenti di due società del suo gruppo, Visibilia, che risultavano in cassa integrazione Covid in deroga a zero ore. In una nota, la segretaria dem affianca il caso della ministra a quello di Sergio Berlato, candidato meloniano alle Europee nel Nord-Est dalle posizioni antivacciniste e negazioniste della pandemia: “Fratelli d’Italia è quel partito che esprime una ministra imputata per truffa all’Inps sui fondi Covid, e contemporaneamente candida un no-vax appena sotto Giorgia Meloni“, scrive.
Le richieste di un passo indietro (spontaneo o imposto) arrivano anche dal resto dell’opposizione. “Chissà che la ministra, di fronte a una richiesta di processo, non abbia finalmente un sussulto di dignità e decida di dimettersi. Difficile, a giudicare dalle menzogne raccontate a più riprese a Parlamento e cittadini. E Meloni nel frattempo cosa fa? Continua a nascondersi sotto la giacca? La premier ha finito gli alibi: prenda in mano la situazione, tuteli il Paese e l’istituzione che rappresenta e sollevi immediatamente Santanchè dal suo incarico”, scrive il vicepresidente del M5s Michele Gubitosa. Per il leader dei Verdi Angelo Bonelli, “la permanenza di Santanché nel suo ruolo sarebbe uno schiaffo agli italiani e alla trasparenza che ogni governo dovrebbe garantire. Giorgia Meloni non può rimanere in silenzio o rinviare questa decisione, poiché è in gioco la credibilità della sua maggioranza”, attacca.
Dalla maggioranza però finora tutti fanno quadrato intorno alla ministra: “Le opposizioni chiedono le dimissioni ogni giorno. C’è una richiesta” di rinvio a giudizio, “quando ci sarà una decisione ne parleremo. Non crea nessun imbarazzo al governo, è una questione di sensibilità personale. Io sono garantista, lo sono sempre stato con tutti, anche con la vicenda Decaro, non vado mai ad accanirmi contro le persone”, dice il vicepremier Antonio Tajani, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia. Anche il capogruppo della Lega Riccardo Molinari, intercettato dall’AdnKronos, taglia corto: “Non cambia nulla, sono garantista, sempre”.
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