Omicidio di Conegliano, la promessa dell’ex marito al sicario: «Tesoro in denaro e case a Santo Domingo»
In meno di un anno la procura di Treviso ha chiuso l’inchiesta sui tre principali indagati del delitto di Margherita Ceschin, la 72enne di Conegliano uccisa da due sicari il 24 giugno del 2023 nella sua abitazione di via 28 Aprile.
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E nulla fa pensare che i 20 giorni di tempo che i tre indagati avranno a disposizione per presentare eventuali memorie difensive o farsi interrogare, possano cambiare di una virgola l’impostazione accusatoria nei loro confronti.
Mandante, sicario e intermediario
Sono tutti accusati di concorso in omicidio volontario. Enzo Lorenzon, 81 anni, imprenditore vitivinicolo di Ponte di Piave, nel ruolo di mandante del delitto.
L’ex marito della vittima (difeso dall’avvocato Fabio Crea), per l’accusa, assoldò i killer per non versare più alla Ceschin l’assegno mensile di 10.000 euro a titolo di mantenimento come stabilito da una sentenza del tribunale civile di Treviso nel luglio del 2020. Sono accusati di omicidio volontario anche Juan Maria Beltre Guzman,42 anni, dominicano (difeso dall’avvocato Crea), considerato uno dei principali intermediari del delitto, e Sergio Antonio Luciano Lorenzo, 39 anni dominicano (difeso dall’avvocato Mauro Serpico), nella doppia veste di sicario e intermediario.
Quest’ultimo è considerato il vero e proprio organizzatore, oltre che uno dei due esecutori materiali dell’assassinio di Margherita Ceschin. A Luciano Lorenzo, il “mandante” Lorenzon avrebbe promesso un somma di diverse centinaia di migliaia di euro, oltre che intestargli alcuni immobili a Santo Domingo.
Scagionata la compagna di Lorenzon
Dall’inchiesta esce di scena Dileysi Lorenzo Guzman, 33 anni, dominicana (difesa dall’avvocato Giuseppe Pio Romano), la compagna di Lorenzon, inizialmente arrestata come mandante del delitto assieme all’anziano imprenditore, poi scarcerata.
La Guzman, secondo gli investigatori, non poteva non sapere dei piani ma dalle indagini non è emerso che abbia avuto un ruolo attivo nell’omicidio. Si potrebbe parlare di “connivenza” ma non di concorso nell’omicidio di Margherita Ceschin.
Il biglietto sequestrato in cella
Ma vi entrano altre tre persone, per le quali la procura procederà separatamente. Gli altri due sicari, che in concorso con Sergio Antonio Luciano Lorenzo, uccisero Margherita Ceschin nella sua casa la sera del 26 giugno scorso: Jose Luis Mateo Garcia, arrestato a fine dicembre in Spagna, e Joel Luciano Lorenzo, fratello di Sergio Antonio, tuttora latitante, che durante l’assassinio, rimase all’esterno della casa di via 28 aprile con il ruolo di “palo”, pronto ad avvertire i due complici nel caso di sgraditi arrivi delle forze dell’ordine.
È stato grazie al biglietto sequestrato nell’agosto scorso nel carcere di Treviso a Sergio Antonio Luciano Lorenzo, che è stato possibile associare al fratello Joel il ruolo di “palo”. Un biglietto dall’alto valore confessorio, secondo la procura, che doveva essere recapitato a Lorenzon, il marito della vittima e mandante dell’omicidio.
Ma il compagno di cella di Luciano Lorenzo, che avrebbe dovuto fare il “postino” e recapitare a Lorenzon lo scritto, lo consegnò alle guardie carcerarie. In esso c’erano vari passaggi interessanti. Tra questi anche la frase: «Il mio povero fratello, che non c’entra niente, ha fatto solo il palo».
Una donna tra gli indagati
Un nome totalmente nuovo nell’inchiesta è quello di Kendy Maria Rodriguez, per la quale la procura procederà separatamente, assieme ai due sicari, sempre con l’accusa di omicidio volontario.
La donna è accusata di aver inviato dei soldi (quasi 2.000 euro) a Madrid a Jose Luis Mateo Garcia e di essere poi andata a recuperarlo il 21 giugno, due giorni prima del delitto, alla stazione ferroviaria di Mestre.
Le aggravanti
A tutti e sei gli indagati, la procura contesta le aggravanti di aver commesso il fatto nei confronti della coniuge legalmente separata di Lorenzon, di aver premeditato il delitto e di averlo commesso con la cooperazione di conque o più persone.
Inoltre a Lorenzon e al suo braccio destro Sergio Antonio Luciano Lorenzo viene contestata l’aggravante “di aver promosso ed organizzato la cooperazione nel reato e per aver diretto l’attività delle persone concorse nel reato”.
La messinscena e la droga
Inoltre i domenicani Sergio Antonio Luciano Lorenzo e Jose Luis Mateo Garcia sono accusati anche di furto aggravato per aver rubato il portafoglio dalla borsa della Ceschin. Il furto faceva parte di una messinscena: far passare il delitto come un furto degenerato in un’aggressione della pensionata coneglianese e non come un assassinio premeditato.
Mentre Juan Maria Guzman deve rispondere anche del reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Il 22 luglio del 2023, giorno in cui scattarono le misure cautelari in carcere per i principali protagonisti dell’inchiesta, nella sua abitazione di Treviso, durante la perquisizione, furono sequestrato oltre due etti di cocaina, con bilancini di precisione e materiale usato per il confezionamento.