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Май
2024

Tra sbalzi termici e pesticidi: le api venete sono in agonia

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Gli apicoltori veneti si trovano in uno stato di grave emergenza.

La morsa del cambiamento climatico ha colpito senza pietà: prima la fioritura anticipata, poi le temperature alle stelle, di nuovo il gelo invernale e infine ancora il caldo. Lo sbalzo dai 25 ai 5 gradi dei giorni passati ha paralizzato la produzione del nettare: di questo passo, quest’anno, ci sarà pochissimo miele.

Un fenomeno che preoccupa l’Associazione regionale Apicoltori del Veneto: gli oltre 3.000 soci con i loro 35.000 alveari lanciano un appello alla Regione nella speranza di ottenere un sostegno.

Api ingannate dal meteo

«Negli ultimi tre anni, le variazioni metereologiche repentine hanno avuto degli effetti disastrosi. Anche quest’anno, mezza stagione è già andata in fumo», spiega il presidente dell’Associazione regionale Apicoltori del Veneto Gerardo Meridio, «le api, ingannate dalle temperature, non hanno modo di trovare il sostentamento necessario né alla produzione del miele né alla loro stessa sopravvivenza».

Per far fronte a questa emergenza, gli apicoltori stanno ricorrendo alle alimentazioni di soccorso basate su candito e fruttosio, somministrati nel tentativo di mantenere vive le colonie: una soluzione costosa e carente di tutti quegli elementi nutritivi presenti nel nettare in natura. «Sono costretti a comprare quintali di zucchero per produrre sciroppo nel tentativo di tenerle in vita», evidenzia Meridio, «ma i costi sono insostenibili».

La minaccia dei pesticidi

L’utilizzo dei pesticidi rappresenta un’ulteriore minaccia, provocando negli insetti un senso di disorientamento mortale e un conseguente spopolamento degli alveari. Negli ultimi 20 anni, la produzione di miele è crollata del 60%.

Le imprese apistiche stanno attraversando una fase di profonda crisi con il rischio concreto che molte non riescano a sopravvivere: una situazione che minaccia non solo la scomparsa di un presidio fondamentale per l’impollinazione, ma che grava anche sul crescente tasso diffuso di disoccupazione.

Oltre al miele, numerose aziende apistiche dipendono da altri prodotti dell’alveare, come polline, propoli e pappa reale, e dalla produzione di nuclei e regine.

Si stima che il 40% delle colture siano dipendenti dall’impollinazione degli insetti. A questo si aggiunge la spietata concorrenza provocata dall’ingresso nei mercati europei di mieli d’importazione o adulterati, lontani degli standard di qualità dei prodotti autentici e controllati.

Appello alla Regione

«Mi rivolgo alla Regione affinché, con i propri strumenti, supporti il nostro settore e soprattutto le aziende che vivono di questa attività», sottolineato nel suo appello Meridio, «chiederò un incontro con il presidente Luca Zaia e l’assessore regionale competente per affrontare questa drammatica situazione. È necessario un intervento con delle misure straordinarie a beneficio degli apicoltori e un supporto nella piantumazione di fiori e piante con periodi di fioriture diversi. La morte delle api non può che portare ad una catena di tragiche conseguenze che non riguardano solo gli apicoltori ma l’ambiente in cui viviamo».