Pietrobon è pronto per il Giro d’Italia «È il sogno da bambino che si avvera»
Il dolce sapore della convocazione rosa, la concentrazione in vista della sfida, il senso di attesa e la voglia di fare bene al suo primo grande giro. Una girandola di sentimenti e sensazioni agita in queste ore l’animo di Andrea Pietrobon, il passista scalatore di Pieve di Cadore chiamato (ora ufficialmente) dalla Polti Kometa a correre il Giro d’Italia numero 107. Ieri l’ultimo allenamento di rifinitura sulle strade di casa, oggi pomeriggio la partenza per Venaria Reale dove sabato scatterà il Giro. Per la prima volta Andrea, classe 1999, al secondo anno da professionista, affronta una gara a tappe di tre settimane.
Andrea, eccoti al Giro finalmente. Lo scorso anno fosti spettatore quando passò davanti casa nella Oderzo – Val di Zoldo. Questa volta sarai in gruppo anche tu.
«È un sogno che avevo da bambino, come tutti i ciclisti, che ora si avvera. Anche se il Tour è la gara più grande, per un italiano il Giro è il top». Con che obiettivi vai alla Grande Partenza di Torino? «Compito numero uno sarà per me quello di aiutare la squadra, lavorando per Matteo Fabbro e Davide Piganzoli nelle tappe di salita e per Giovanni Lonardi nelle frazioni dedicate alle ruote veloci. In alcune tappe potrò coltivare qualche ambizione personale, cercando la fuga».
Ci sono delle frazioni che hai cerchiato in rosso?
«Vorrei fare bene le prime tappe, che sono mosse. Ma vivrò giorno per giorno, senza mettermi eccessiva pressione e senza stressarmi troppo per le tappe vicino casa come quelle del Brocon, di Sappada e la Alpago – Bassano del Grappa». La condizione com’è? «Ho chiuso domenica il Giro di Turchia, riappropriandomi del ritmo gara che si era un po’ arrugginito dopo lo stop dovuto alla caduta alla Sanremo».
Già, la Sanremo. Dopo la caduta scendendo dalla Cipressa, e i conseguenti punti a mano e gamba, hai temuto di dover dire addio ai sogni rosa?
«In realtà no. Avevo una buona condizione e la squadra mi ha tranquillizzato. Dopo due giorni stavo già pedalando». Come stai vivendo queste giornate di vigilia? «Rispondendo ai tantissimi messaggi che mi arrivano (sorride, ndr), in particolare i messaggi delle persone che mi seguono da tempo e che hanno creduto in me fin da quando ero ragazzo. Sono attestazioni di stima che non possono che farmi piacere. Diciamo che mi sto godendo questa convocazione e, allo stesso tempo, sto rimanendo concentrato. Voglio fare bene, molto bene a questo Giro. Sono consapevole che sarà durissimo per via del tracciato e per via del livello altissimo degli avversari. Una gara di tre settimane io non la ho mai fatta: sarà una bella sfida».
A proposito di sfide: chi batterà Pogacar?
«Credo proprio che non ci sarà alcun corridore in grado di batterlo. Tadej vincerà facile, molto facile. A meno che non sia qualche episodio sfortunato a toglierlo dai giochi».