Opera in tre Atti | I movimenti di Atalanta-Empoli
Lento
Il massimo risultato con il minimo sforzo. L’Atalanta non sembra affannarsi più di tanto per ottenere il risultato pieno al Gewiss Stadium, limitandosi ad attendere serenamente l’episodio che segna le sorti del match: il fallo di Pezzella su Touré sul finire del primo tempo. Puntuale intervento del VAR che penalizza l’intervento del difensore azzurro con annesso penalty realizzato da Pasalic. Pochi minuti prima, il malaugurato infortunio di Walukievicz che costringe Nicola a ripensare l’assetto difensivo, con conseguente, inevitabile perdita delle certezze (poche) fin lì acquisite. L’arretramento di Pezzella nel ruolo occupato in precedenza dal difensore polacco si rivela una scelta obbligata quanto sfortunata. L’Empoli, dopo una prima mezz’ora più che dignitosa, si arrende alle legge del più forte rinviando a gare meno proibitive la raccolta del fieno da mettere in cascina per conquistare una salvezza tutt’ora in forte bilico. Al raddoppio di Lookman, è come se Luperto e compagni inconsciamente si siano detti: “ok, anche l’Atalanta è passata. Concentriamoci sulla prossima”.
Moderato
Il problema, sotto gli occhi di tutti, è che il calendario delle ultime quattro giornate sogghigna minaccioso agli azzurri, costretti a fare gli straordinari contro avversari sulla carta decisamente superiori. Ecco perché la prossima sfida interna con il redivivo Frosinone di Eusebio Di Francesco riveste un’importanza epocale. Con l’intera tifoseria chiamata a trascinare gli azzurri, a trasmettergli quel sincero calore senza se e senza ma che, nelle occasioni importanti, la città non ha mai fatto mancare. È una questione di identità e di orgoglio tutto empolese. Quello che emerge sempre quando ce n’è bisogno. 90 minuti probabilmente decisivi per il destino dei ragazzi di Nicola. 90 minuti in cui, necessariamente, l’Empoli dovrà dimostrare di volere la serie A con più veemenza e intensità dei ciociari. Qualcosa che ha a che fare con l’ottimismo della volontà di gramsciana memoria. Non sarà una gara per cuori deboli ma, nello stesso tempo, dovrà essere condotta con equilibrio, pazienza e razionalità.
Adagio
Il Frosinone è squadra che gioca a viso aperto, che esprime un buon calcio ma che lascia, inevitabilmente, ampie praterie agli avversari. L’Empoli dovrà essere abile a sfruttarle al meglio, puntando magari sulle veloci ripartenze di elementi imprevedibili come Cambiaghi e Cancellieri. Allo stesso tempo, dovrà difendersi con solidità e concentrazione, coprendo bene la linea mediana. Parola d’ordine: non lasciare possibilità d’iniziativa alla tecnica e al palleggio dei centrocampisti ciociari, più votati alla proposizione che alla copertura difensiva. A 360 minuti dalla fine del torneo, i punti pesano come macigni. C’è il rischio che la paura di inciampare, unita ai margini sempre più sottili per rimediare a eventuali passi falsi, possa paralizzare in qualche modo le contendenti.
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