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La figuraccia di Cambiare Rotta: il megafonista a corto di idee perde la calma e le parole (video)

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Nuovo scivolone del collettivo di estrema sinistra Cambiare rotta vicino alla Camera: il megafonista perde le parole più di una volta al megafono e si dispera per la figuraccia. Il numero esiguo dei partecipanti alla manifestazione rende l’idea della pessima  organizzazione dell’evento, chiedono 10 miliardi alle università dopo gli imbrattamenti e non sanno neanche parlare davanti alla folla. Sono pochissimi, sventolano la bandiera della Palestina e sembrano tutti confusi e attoniti. Il ritratto della sinistra radicale che si arrampica sugli specchi e che perde la voce durante le contestazioni, proprio perché non ha assolutamente nulla da dire per l’occasione. L’impreparazione di chi dovrebbe guidare i manifestanti e invece si confonde, sbraccia e scoppia a ridere per la vergogna è disarmante. I presenti al sit-in non possono far altro che ridere a loro volta ed eseguire un applauso d’incoraggiamento. Una scena che richiama  programmi trash e satirici come Ciao Darwin.

Cambiare rotta, il megafonista e il flop dei partecipanti

Oltre alla micidiale figuraccia del megafonista, la poca affluenza alla protesta non è affatto da sottovalutare, così come uno striscione fatto con le bombolette e quasi sbiadito su cui si legge la scritta “Stati generali di guerra, tagli e precarietà: funerale di ricerca e università. Servono minimo 10 miliardi”. Hanno fatto i conti senza l’oste, anzi senza il ragioniere, sempre ammesso che li abbiano fatti e che abbiano seguito le riforme di cui non sembrano conoscere i dettagli. Contestano la Bernini e posizionano una bara finta al centro della piazza per “Università e ricerca”, che forse sarebbe più adatta per il funerale della lingua italiana dopo il flop linguistico di oggi. Una ragazza prova persino ad “imboccare” il megafonista, suggerendogli quello che deve dire dopo la disperazione iniziale e creando soltanto uno scompiglio maggiore. 

L’incoerenza dei collettivi di estrema sinistra

Quelli di Cambiare rotta sono gli stessi che attaccano il ministro Bernini e che vorrebbero “bocciare” il ministro della Cultura Alessandro Giuli: viene lecito chiedersi in che modo, visto che le loro dimostrazioni dialettiche sono pietose. Una protesta che ha lo stesso effetto di un latticino avariato dopo un’involontaria ingestione, la prossima volta potrebbero prendere spunto da slogan più semplici ed efficaci come: “Scimmie, insieme , forti” dal film “The war – il pianeta delle scimmie”. L’unico modo per assolvere i collettivi di estrema sinistra dalle critiche è il perdono “per non aver compreso la gravità del fatto”. D’altra parte, in situazione come questa non resta che ridere a crepapelle.

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