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Ноябрь
2024

Prestazioni sessuali pagate con il bancomat al Serale Club di Piove

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Si allarga l’inchiesta per sfruttamento della prostituzione che coinvolge il Serale Club di via Borgo Padova a Piove di Sacco, il locale dove si esibiva anche Melissa Russa Machado.

La 29enne italo-brasiliana, che al nono mese di gravidanza avrebbe ucciso la figlia neonata gettandola nel water, poi affogandola.

La Procura, che ha aperto un fascicolo per il reato di sfruttamento della prostituzione e aveva già iscritto nel registro degli indagati i due nuovi gestori dell’attività, un cittadino cinese e uno rumeno, ora indagano anche il precedente gestore, Augusto Desirò.

Il giorno della tragedia - il 29 ottobre scorso - erano solo pochi giorni che era avvenuto il passaggio tra vecchia e nuova gestione.

Quello che hanno appurato i militari del Reparto investigativo dei carabinieri, che stanno svolgendo le indagini coordinati dal pubblico ministero Sergio Dini, è che diverse persone hanno ammesso di aver consumato dei rapporti sessuali all’interno del locale con le donne che si esibivano. E ancor più sorprendente è il metodo di pagamento usato: il bancomat o la carta di credito. Pagamenti mascherati da consumazioni, di bevande ovviamente.

Pare che siano state sequestrate decine di scontrini di carte di credito. Che ovviamente, grazie all’accertamento bancario, hanno portato ad un nome e un cognome. La tariffa della prestazione sessuale sarebbe stata intorno ai 130 euro: si consumava - almeno da quanto ricostruito in fase investigativa - in una salettina privata. Più alta di almeno 100 euro la tariffa della prestazione per chi finiva nell’abitazione del cliente.

Ai gestori vengono anche contestate violazioni penali in merito alla sicurezza e non solo, dei lavoratori impegnati nel locale.

L’indagine è iniziata da quanto accaduto quella tragica notte, quando l’italo-brasiliana, che lavorava nel locale e dormiva al piano superiore, ha partorito la sua bambina nel water, finita a testa in giù nella tazza e morta poco dopo.

La donna dal giorno dell’interrogatorio, quando si è avvalsa della facoltà di non rispondere, si trova agli arresti domiciliari nell’abitazione dei genitori in provincia di Bari, a Cassano delle Murge. Il giudice ha convalidato il fermo per omicidio volontario aggravato.

Il magistrato ha motivato il provvedimento contestando alla donna le prove evidenti di aver partorito la neonata nel water e quindi di averla annegata azionando lo sciacquone. Per lei potrebbe profilarsi la possibilità di una consulenza psichiatrica per valutare le sue condizioni di salute in generale e di quella notte.