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Il filosofo Telmo Pievani: «La guerra non è nel nostro Dna. Può finire, come la schiavitù»

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«È la storia di una scienziata, Frances Arnold (Nobel 2018 ndr), una storia di serendipità, perché ha scoperto qualcosa che nemmeno stava cercando. È una storia di tenacia ed è ispirata dalla Biblioteca di Babele di Borges. È la dimostrazione di come nella scienza i confini con la letteratura e la filosofia siano labili, le discipline si parlano e a Trieste Next questo si fa da tanto tempo, ci sono competenze, linguaggi e forme di comunicazione molto diverse, quindi il contesto perfetto».

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Così il filosofo, evoluzionista e divulgatore Telmo Pievani ha spiegato il senso del suo nuovo libro “Tutti i mondi possibili”, calandolo nel contesto del festival triestino. Un connubio felice, testimoniato anche dalla quantità di pubblico che ha affollato sabato il Miela nell’incontro durante il quale ha dialogato col giornalista del gruppo Nem Oscar D’Agostino.

Tra i temi toccati dal filosofo il concetto di “possibile adiacente”: «Una bella metafora dell’esistenza. Quando prendiamo una decisione, scegliamo una strada e portiamo la nostra vita in una sola di queste alternative possibili, uccidendo tutte le altre. Come diceva Calvino la nostra vita è un massacro di vite possibili. Chi può sottrarsi a questo destino tragico, cioè il fatto che la vita è una? Solo il narratore e lo scienziato. Il primo perché immagina tutte le vite possibili, il secondo perché, come Arnold, inducendo l’errore può navigare dentro questo spazio possibile». Poi, applauditissima, la riflessione sulla guerra.

«Non è scritta nel Dna umano. É cominciata dal neolitico, 8-9 millenni fa. È un’invenzione culturale recente nella storia dell’evoluzione umana, e potremmo farne a meno se volessimo. Fino a metà Novecento si diceva che la schiavitù era un dato di natura, visto che anche le formiche riducono i loro simili in schiavitù, ma adesso chi avrebbe il coraggio di sostenerlo? Ecco, potremmo fare lo stesso con la schiavitù, il patriarcato e la guerra. Tre pessime invenzioni umane». —