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Май
2024

Ciclismo. Andrea Pietrobon, un super debutto al Giro d’Italia

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Settantaquattresimo, a 8’13” dal vincitore, l’ecuadoregno Jhonatan Narvaez. Questo recita l’ordine d’arrivo ufficiale della prima tappa del Giro d’Italia numero 107 in corrispondenza del nome di Andrea Pietrobon.

Piazzamento anonimo, certo. Ma spesso la semplice lettura degli ordini d’arrivo è fuorviante. Sicuramente per quanto riguarda la giornata di ieri, che ha dato il via alla corsa rosa 2024 e che ha rappresentato l’esordio assoluto per il corridore cadorino al Giro.

Sì, perché “Pietra” è stato uno dei protagonisti assoluti della giornata, così come lo era stato qualche settimana fa all’esordio in un altro dei grandissimi eventi del ciclismo mondiale, la Milano Sanremo.

Andrea, infatti, è stato uno dei promotori e degli animatori della fuga che ha caratterizzato la Venaria Reale – Torino, fuga partita dopo una decina dei 143 chilometri previsti. Coraggioso, nel cercare la fuga. Determinato, nel rimanere attaccato alle ruote dei più brillanti. Spettacolare, nel cercare di sorprendere tutti nel primo gran premio della montagna, quello di Berzano di San Pietro. Coraggioso, determinato, spettacolare. In una parola, fuggitivo.

«Alla vigilia avevamo pianificato che io, Maestri o i fratelli Bais avremmo cercato la fuga. Obiettivo centrato dal sottoscritto, dopo pochi chilometri dalla partenza», racconta il venticinquenne cadorino, scappato insieme al siciliano Filippo Fiorelli (Vf Bardiani), ai francesi Louis Barré (Arkéa - B&B Hotels), Nicolas Debeaumarché (Cofidis) e Lilian Calmejane (Intermarché – Wanty) e all’eritreo Amanuel Ghebreigzabhier (Lidl – Trek) e poi, in corrispondenza del passaggio a Superga, a una settantina di chilometro dal traguardo, rimasto con Fiorelli a inseguire Calmejane (l’ultimo ad arrendersi, ripreso a una decina di chilometri dall’arrivo) e Ghebreigzabhier.

«Non pensavo ci lasciassero andare subito, invece si è creato abbastanza presto un bel gap e siamo andati di comune accordo per diversi chilometri. Poi, verso la Balisica di Superga, a una settantina di chilometri dal traguardo, ci siamo disuniti. Peccato, perché se fossimo rimasti insieme chissà cosa sarebbe potuto accadere. Calmejane è arrivato lontano. Sono contento, ma non mi accontento».

«Avevamo previsto di mettere un uomo davanti e ci siamo riusciti con Andrea, che ha fatto un ottimo lavoro al fianco di avversari di esperienza tra cui Calmejane». commenta il direttore sportivo della Polti Kometa, il trevigiano Stefano Zanatta. «Bravo Piganzoli a tener botta ai successivi attacchi e restare nel gruppo principale. Abbiamo iniziato il Giro con lo spirito che ci contraddistingue e questo è l’importante».

Oggi il Giro propone la seconda tappa. Dopo quella mossa di ieri, caratterizzata da tre gran premi della montagna (uno di quarta, uno di terza e uno di seconda) e già in grado di dire molte cose sulla condizione dei favoriti, il Giro propone una frazione che può segnare in maniera importante la fisionomia del Giro: si va da San Francesco al Campo ad Oropa: 161 chilometri e tre gpm, i primi due di terza categoria, l’ultimo (l’arrivo) di prima.

«Per me credo sarà una giornata di recupero», dice Pietrobon. «In teoria Ineos e Uae controlleranno fin dalle prime fasi. Ma non è detto. E, se ci saranno degli spazi, chissà …».