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Декабрь
2024

Manovra, sprint finale e ripartenza: il 2025 sarà l’anno delle riforme per gli italiani

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Manovra, avanti tutta, ma gli orizzonti sono più larghi e di ampio respiro. “Serve continuare ad abbassare le tasse per chi intraprende. Lo stiamo facendo con l’Ires premiale e con il taglio del cuneo fiscale”, annuncia il ministro degli Affari esteri, vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, che individua nel “ceto medio” il target di riferimento per le riforme del fisco, passando per il sostegno alle partite Iva con la flat tax e la detassazione degli straordinari e dei premi di produzione. Le idee ci sono, la maggioranza di centrodestra pure. Dopo la pausa natalizia riprendono i lavori della legge di bilancio, che passa all’esame del Senato per la seconda lettura. L’esito, con sprint finale e forse un voto di fiducia, è scontato.

Manovra allo sprint finale

La manovra da circa 30 miliardi di euro, la terza del governo Meloni, sarà licenziata dalla Commissione Bilancio di Palazzo Madama prima dell’approdo in Aula. Il numero complessivo delle proposte emendative delle forze di opposizione è orientativamente di 800. Visti i tempi contingentati, è possibile che l’ok al testo arrivi senza mandato al relatore e che il governo ponga la questione di fiducia, con il voto finale che dovrebbe arrivare intorno alle 14 di sabato 28 dicembre.

Le opposizioni unite hanno criticato aspramente l’iter blindato della legge di bilancio, parlando di “Parlamento umiliato” e “mortificato” da un “monocameralismo di fatto” che, secondo le minoranze, sarebbe ormai diventata una “patologia” delle Camere. La solita lagna, a cui ha replicato il centrodestra. “Davvero patetica la sinistra, che dopo aver devastato i conti pubblici con i bonus grillini, critica la manovra economica. Con le proposte di Forza Italia e del centrodestra abbiamo il record di occupazione, anche a tempo indeterminato, la disoccupazione, l’inflazione e lo spread ai livelli minimi. E la sinistra blatera perché fautrice con Pd e grillini di miseria, tasse e disoccupazione. Sconfitti dai numeri e dalla storia non gli resta che negare l’evidenza e rimpiangere la loro politica fatta di sprechi e disoccupazione. Portavano miseria, sono perdenti su tutti i fronti. Vincono solo con il primato delle bugie”, dichiara il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri.

Ma il fatto che una delle due Camere abbia margini più che risicati per intervenire sulla manovra e discutere nel merito i provvedimenti è un tema sentito anche all’interno della maggioranza. Interpellato dall’Adnkronos sulle proteste delle opposizioni, il presidente della Commissione Bilancio del Senato Nicola Calandrini (Fratelli d’Italia) dice che “questa non è una novità, ma qualcosa che accade da molti anni, ed è auspicabile che questo approccio possa cambiare. In Commissione nei giorni scorsi abbiamo valutato che si può tranquillamente tornare alle due letture piene da parte dei due rami del Parlamento. Per ottenere questo, serve approvare due ddl per la modifica di alcune leggi: una legata al regolamento di contabilità e l’altra relativa al pareggio di bilancio”. Al momento, però, “occorre farsene una ragione”, conclude il senatore di Fdi.

Le riforme in cantiere per il 2025

Per il 2025, il governo ha messo nel mirino le riforme, con una data di snodo. Il 20 gennaio arriverà la decisione della Corte costituzionale sull’ammissione del referendum abrogativo del ddl sull’autonomia differenziata. Proprio quest’ultima scadenza impone nei primi giorni post-Epifania un impegno del Parlamento che implica un necessario accordo bipartisan. Si tratta della nomina di ben quattro giudici costituzionali, per eleggere i quali occorre il quorum dei tre quinti, soglia che il centrodestra non raggiunge da solo. Sul fronte delle riforme, il primo voto rilevante ci sarà già l’8 gennaio nell’aula di Montecitorio, chiamata a esprimersi sulle pregiudiziali delle opposizioni contro la riforma della giustizia, con la separazione delle carriere dei magistrati, poi la Camera dovrà affrontare la votazione degli emendamenti su cui le opposizioni promettono battaglia. La maggioranza è comunque intenzionata ad approvarla entro il mese, per ottenere anche il sì del Senato prima della pausa estiva. Secondo quanto ha affermato Giorgia Meloni ad Atreju, ripartirà anche la riforma del premierato.

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